GROSSO SONNO VIOLA

2023

poesia, letteratura e filosofia

GROSSO SONNO VIOLA nasce nel 2023 dall’incontro di tre persone con tre attitudini artistiche diverse: Viola Lo Moro, poeta, Michela Rossi (in arte sonno), illustratrice e fumettista, Grosso Bernardo, musicista. Dai libri di poesia di Viola Lo Moro in particolare nasce l’idea di creare un oggetto perfomativo nuovo e vivo, fatto di poesia, suoni e disegno dal vivo. Ciò che ne deriva è uno spettacolo in una forma unica in cui le tre componenti hanno pari peso e interagiscono tra loro, un organismo compatto ma sensibile, soggetto a continue rigenerazioni.

Le finalità di questo collettivo risiedono nello spettacolo live, generando un’esperienza capace di dar vita a nuove forme tra le arti. L’atmosfera dei testi, delle musiche e delle immagini è quella di un mondo che è contemporaneamente iperpresente, fuggevole, senza memoria, e già finito. Un presente in cui l’oblio e la nostalgia sono costitutivi della sua essenza. Ricorrono temi come la fatica della nascita, la gioia dell’incontro carnale nella sua luminosità precaria, l’utopia politica della sorellanza, le macerie amate delle città. Il pubblico percepisce così di essere parte di un mondo che si rigenera e si perde continuamente, che può forse trovare un senso in una dimensione utopica e materiale dei corpi che si incontrano, tramite sguardi complici.


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GROSSO SONNO VIOLA nasce nel 2023 dall’incontro di tre persone con tre attitudini artistiche diverse: Viola Lo Moro, poeta, Michela Rossi (in arte sonno), illustratrice e fumettista, Grosso Bernardo, musicista. Dai libri di poesia di Viola Lo Moro in particolare nasce l’idea di creare un oggetto perfomativo nuovo e vivo, fatto di poesia, suoni e disegno dal vivo. Ciò che ne deriva è uno spettacolo in una forma unica in cui le tre componenti hanno pari peso e interagiscono tra loro, un organismo compatto ma sensibile, soggetto a continue rigenerazioni.

Le finalità di questo collettivo risiedono nello spettacolo live, generando un’esperienza capace di dar vita a nuove forme tra le arti. L’atmosfera dei testi, delle musiche e delle immagini è quella di un mondo che è contemporaneamente iperpresente, fuggevole, senza memoria, e già finito. Un presente in cui l’oblio e la nostalgia sono costitutivi della sua essenza. Ricorrono temi come la fatica della nascita, la gioia dell’incontro carnale nella sua luminosità precaria, l’utopia politica della sorellanza, le macerie amate delle città. Il pubblico percepisce così di essere parte di un mondo che si rigenera e si perde continuamente, che può forse trovare un senso in una dimensione utopica e materiale dei corpi che si incontrano, tramite sguardi complici.

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