Antiniska Pozzi

2024

poesia, letteratura e filosofia

Antiniska Pozzi (1978) è nata a Milano. Dopo la laurea in Lettere moderne lavora come traduttrice d’incunaboli e giornalista. Inizia a scrivere per il teatro, e pubblica il monologo teatrale sulle morti bianche L’insalata di pomodori (premio “Per voce sola” 2008). Seguono i romanzi Dove vanno le iguane quando piove (Cabila, 2009) e Per essere Chiari (Milieu, 2021), e le sillogi Amavo (una volta) un comunista (Premio Beppe Salvia 2018) e Un nome di strega (Premio Prato 2022). 

Suoi racconti sono apparsi su diverse riviste, tra cui Cadillac Magazine, Monolith Volume, Bomarscè, Pastrengo, Risme, Grande Kalma, Film Tv. Ha tradotto testi di poeti inediti in Italia: Un’abitudine a scrivere di Helen Jacobs (Biblion, 2021), Un paradiso portatile di Roger Robinson (T.S. Eliot Prize 2019, Biblion, 2022), Mary Cresswell in Miglior Acque (Samuele Editore, 2022); Matthew Arnold in La camera degli animali (Il Saggiatore, 2022), Bugie di Doireann Ní Ghriofa (Biblion, 2024). Attualmente vive a Milano e insegna italiano presso la scuola secondaria. 

 

Tre libri di poesia importanti per la propria formazione

Poesia ininterrotta di Paul Eluard
Biografia sommaria di Milo De Angelis
Residenze Invernali di Antonella Anedda

 

Epitaffio 

LUCY (Genova 1957-Milano 2007)

La chiamavano Lucy
all’italiana come le luci che
dentro gli anni si erano spente
nella sua testa
(pensavo di fluire non di finire)
dicevano Lucy la matta
venuta da Genova figlia di un marinaio
(pensavo di fluire non di finire
avere qualcosa da dire)
Lucy che si portava gli uomini a casa
a caso
(pensavo di tornare non di finire)
Lucy che tutti se ne approfittano
che ha tanti soldi e la testa vuota
(pensavo di dormire non di finire)
figlia unica
concepita dopo il naufragio
nell’esaltazione
di un sopravvissuto dell’Andrea Doria
(anche la realtà smette di significare
se la chiami pezzo per pezzo)
La chiamavano sotto la finestra
capelli corti sudava sempre
fumava sempre
(vivere non è come morire)
raccontava di Circe
tutto il tempo
governava i porci senza scampo.
(vivere è essere ancora possibili)

Antiniska Pozzi

Antiniska Pozzi (1978) è nata a Milano. Dopo la laurea in Lettere moderne lavora come traduttrice d’incunaboli e giornalista. Inizia a scrivere per il teatro, e pubblica il monologo teatrale sulle morti bianche L’insalata di pomodori (premio “Per voce sola” 2008). Seguono i romanzi Dove vanno le iguane quando piove (Cabila, 2009) e Per essere Chiari (Milieu, 2021), e le sillogi Amavo (una volta) un comunista (Premio Beppe Salvia 2018) e Un nome di strega (Premio Prato 2022). 

Suoi racconti sono apparsi su diverse riviste, tra cui Cadillac Magazine, Monolith Volume, Bomarscè, Pastrengo, Risme, Grande Kalma, Film Tv. Ha tradotto testi di poeti inediti in Italia: Un’abitudine a scrivere di Helen Jacobs (Biblion, 2021), Un paradiso portatile di Roger Robinson (T.S. Eliot Prize 2019, Biblion, 2022), Mary Cresswell in Miglior Acque (Samuele Editore, 2022); Matthew Arnold in La camera degli animali (Il Saggiatore, 2022), Bugie di Doireann Ní Ghriofa (Biblion, 2024). Attualmente vive a Milano e insegna italiano presso la scuola secondaria. 

 

Tre libri di poesia importanti per la propria formazione

Poesia ininterrotta di Paul Eluard
Biografia sommaria di Milo De Angelis
Residenze Invernali di Antonella Anedda

 

Epitaffio 

LUCY (Genova 1957-Milano 2007)

La chiamavano Lucy
all’italiana come le luci che
dentro gli anni si erano spente
nella sua testa
(pensavo di fluire non di finire)
dicevano Lucy la matta
venuta da Genova figlia di un marinaio
(pensavo di fluire non di finire
avere qualcosa da dire)
Lucy che si portava gli uomini a casa
a caso
(pensavo di tornare non di finire)
Lucy che tutti se ne approfittano
che ha tanti soldi e la testa vuota
(pensavo di dormire non di finire)
figlia unica
concepita dopo il naufragio
nell’esaltazione
di un sopravvissuto dell’Andrea Doria
(anche la realtà smette di significare
se la chiami pezzo per pezzo)
La chiamavano sotto la finestra
capelli corti sudava sempre
fumava sempre
(vivere non è come morire)
raccontava di Circe
tutto il tempo
governava i porci senza scampo.
(vivere è essere ancora possibili)

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